Repubblica - I primi risultati degli interventi dei "mobility manager" delle grandi aziende.

 Smog, è già record. Sette su dieci sempre in auto In bus I primi risultati degli interventi dei "mobility manager" delle grandi aziende. Uno studio Fiat, sette dipendenti su 10 usano l´auto basterebbe poco per farli salire sul bus La figura dell´esperto in mobilità, prevista per legge, stenta ancora a decollare FEDERICA CRAVERO

A volte basta spostare la fermata di un autobus o costruire una pista ciclabile per fare in modo che i dipendenti di un´azienda decidano di lasciare l´auto a casa e di andare a lavorare con mezzi più ecologici. Cose da mobility manager. Anche alla Fiat è stata introdotta la figura che si occupa della mobilità dei quasi 18 mila lavoratori di Mirafiori. Nel febbraio scorso l´agenzia Muoversi, che ha ottenuto l´incarico, ha inviato un questionario ai dipendenti: il 67 per cento arriva in auto da solo, l´1,8 è passeggero di un altro automobilista, l´1,5 usa moto o motorini, il 2,4 va a piedi o in bici, mentre il 27,3 per cento si serve dei mezzi pubblici. In particolare la percentuale di chi usa l´auto sale all´88 per cento tra chi abita a Torino est, mentre scende al 24 per cento tra chi abita lontano e arriva in treno. Chi sceglie il mezzo pubblico lo fa perché costa meno (24 per cento delle risposte) e perché il viaggio è più sicuro e meno stressante (20 per cento). La preferenza per le quattro ruote è invece dettata per il 26 per cento dalla minore durata del viaggio, mentre per il 15 per cento la difficoltà è conciliare gli impegni prima e dopo il lavoro. In effetti un asilo e un supermercato interno sono state le prime cose che i dipendenti hanno suggerito e che la Fiat ha già realizzato per ridurre l´uso dell´auto privata. Ma in tutta la Provincia sono ancora poche le aziende che hanno un mobility manager, una figura prevista da un decreto ministeriale del 1998 che però stenta a decollare. E a livello provinciale è stata istituita anche una mobility manager d´area, che al momento è Paola Villani, per occuparsi degli spostamenti del Torinese: 5.209.000 ogni giorno, circa due viaggi e mezzo per ogni cittadino tra i 6 e i 65 anni. E ogni due anni tendono ad aumentare del 24 per cento. Nonostante siano sempre più numerose le persone che si muovono a piedi o in bici, l´auto privata supera il 91 per cento degli spostamenti in provincia, l´83 per cento in cintura e il 67 a Torino città. Tra i primi a interessarsi del tema della mobilità c´è il polo degli ospedali, come le Molinette, il Cto e il Sant´Anna, ma anche alcune grandi imprese come Ikea a Grugliasco. E l´Arpa, pur non avendo istituito formalmente la figura del mobility manager, si sta preoccupando di come vanno a lavorare i 500 addetti della nuova sede di via Pio VII e sta studiando incentivi con il Gtt e a favore del car pooling. La prima mossa di ogni mobility manager è quella di sottoporre ai dipendenti un questionario per sondare le abitudini e la disponibilità a cambiare mezzo. E qualche incentivo può aiutare: «Si può pensare a ricariche omaggio nella chiavetta del distributore del caffè, o al quotidiano gratuito da leggere sul pullman», propone Massimo Infunti, titolare dello studio di mobility management Impronta, che segue le Province di Biella e Asti, il polo navale Azimut di Avigliana e la Metzeler di Ciriè. Ma il più delle volte è il denaro il fattore su cui fare leva, in mancanza di una cultura della mobilità sostenibile. Un dipendente che compia un tragitto andata e ritorno di 30 chilometri al giorno può risparmiare, lasciando a casa l´auto, circa 130 euro al mese. Ma il tempo per lo spostamento con i mezzi pubblici è enorme: da Venaria a Chieri si impiegano due ore e un quarto. «Non è Europa, è Terzo mondo - attacca Paola Villani - Mancano le corsie preferenziali, manca l´informazione all´utenza, sono stati realizzati punti di interscambio Movicentro poco usati poiché mal pianificati e gestiti». Poi a volte la fermata è troppo lontana o gli orari dei bus non coincidono con i turni. Spesso bastano poche modifiche, in accordo con le ditte dei trasporti, per risolvere questi dettagli. Allo stesso modo molti andrebbero in bici, se ci fossero dei posti sicuri dove lasciarla e delle piste ciclabili. La Provincia di Torino l´anno scorso ha introdotto in via sperimentale uno sconto del 35 per cento sugli abbonamenti dei mezzi pubblici, convincendo a utilizzarli 720 dipendenti su 2.100 e si prevede di arrivare alla metà dei lavoratori quando la sede si sposterà in corso Inghilterra, ancora più comoda alla metropolitana e alla ferrovia. Un´iniziativa simile è stata mutuata anche dalla Regione, che ha messo a bando finanziamenti per scontare di oltre la metà le tessere Gtt. Anche promuovere il car pooling tra colleghi che abitano nella stessa zona consente un risparmio dal 50 al 75 per cento a fine mese. E ci si può dimenticare della vecchia colletta tra i passeggeri per la benzina: ora esistono sistemi informatici in grado di organizzare le macchinate, calcolare la distanza e il numero dei viaggi di ciascuno e i costi vengono accreditati o addebitati direttamente sul conto corrente. Un sistema che presto sarà adottato nella zona di Avigliana per gli spostamenti in Val di Susa.